Goldstein by Volker Kutscher

Goldstein by Volker Kutscher

autore:Volker Kutscher [Kutscher, Volker]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858837337
Google: ysu8DwAAQBAJ
Amazon: B00KJ7RV42
editore: Sixtrid
pubblicato: 2014-11-27T00:00:00+00:00


58.

Rath non percorreva il lungo corridoio della Buoncostume da una mezza eternità, figurarsi al mattino presto. Incrociò pochi colleghi, nessuno che conoscesse. Le due persone con cui aveva lavorato a stretto contatto allora erano entrambe morte e con le altre aveva avuto pochi rapporti. Del resto era rimasto lì meno di due mesi, e questi due mesi risalivano a ben due anni prima.

Il capo ispettorato però si ricordava di lui fin troppo bene.

“Commissario Rath,” disse Werner Lanke alzandosi per stringergli la mano. “Che sorpresa! Ai tempi non arrivava mai così presto.” Il capo della Buoncostume indicò Kirie. “Adesso si è dato agli animali domestici?”

Rise della sua battuta e Kirie scodinzolò come se avesse capito che aveva parlato di lei. Rath si sforzò di sorridere. Era lì per chiedere un favore, doveva essere gentile. Anche se lui e Werner Lanke non si erano mai stati simpatici. L’uomo veniva soprannominato der krumme Lanke, “Lanke lo Storto”. Un soprannome più che meritato visto che camminava così curvo che l’1,89 segnato sul documento si accorciava di almeno dieci centimetri. Questa postura, cui si aggiungevano il naso pronunciato e gli occhi sporgenti oltre le lenti spesse, lo facevano assomigliare a un avvoltoio.

“Commissario capo Lanke, meno male che l’ho trovata,” disse Rath.

“Non so se è proprio un bene. Sono un po’ di fretta, ho un appuntamento.”

“Solo due minuti.”

“Va bene.” Lanke riprese posto. “A cosa devo l’onore di una sua visita?”

“Sto cercando una testimone…”

“E crede di trovarla qui da me? Se intende la signorina Lübbe, non è ancora arrivata.”

Jutta Lübbe era la segretaria di Lanke. Le scorte dei sorrisi forzati di Rath si stavano assottigliando. “La signora in questione si chiama Marion Bosetzky e due anni fa è finita sulla lista degli informatori dell’Ispettorato E.”

“Ah-a.”

“Lavorava come ballerina in un locale notturno illegale. Fino a quando non hanno scoperto che era una spia e l’hanno licenziata.”

“Però, sa parecchie cose.”

“Be’, direi il minimo, per un bravo poliziotto.”

“E io cosa posso fare per lei?”

“Ho bisogno di tutte le informazioni possibili sul suo conto. E mi piacerebbe parlare anche con l’uomo di collegamento. Chi l’ha reclutata allora, se viene usata ancora oggi e in caso dove. Cose del genere.”

Mentre spiegava, Rath si rese conto che piombare lì e chiedere aiuto a uno come Werner Lanke era stato un errore. L’uomo stava evidentemente godendo del suo potere, e dell’impotenza della sua controparte.

“Sta parlando di informazioni riservate, fascicoli interni a uso esclusivo dell’Ispettorato E e io…”

“Sto semplicemente parlando di un’indagine in cui la signorina Bosetzky potrebbe essere una testimone molto importante…”

“Se è così importante, Gennat presto mi manderà una richiesta ufficiale di visione documenti. Da capo ispettorato a capo ispettorato.” Lanke concluse la conversazione di punto in bianco. Si alzò e prese il cappotto. “E se adesso vuole scusarmi… non voglio far aspettare il procuratore Rosanski.”

Lanke si mise un cappotto nero, e l’aspetto da avvoltoio fu completo. Un avvoltoio con il cappello. Rath lo seguì in corridoio dove il direttore della Buoncostume non dimenticò di chiudere a chiave l’ufficio a riprova di quanto poco si fidasse del commissario.



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